Genova: Val Bisagno in cabinovia, presentata una proposta
Nella giornata di martedì 17 febbraio 2015 è stata presentata la proposta per un impianto a fune che consentirà di collegare, lungo la Val Bisagno a Genova, Brignole con Molassana in 25 minuti mediante cabine da 25 persone con frequenza fino a 25 secondi.
La proposta di un gruppo di progettisti genovesi (Cristoforo Bozano, Carlo Cillara Rossi, Luca Vacchelli, Maurizio Gnudi, Andrea Guidi di Bagno, Mauro Marsullo, Pietro Misurale, Valentino Zanin, Michele Montanari, Mario Pedrotti e Roberto Vallarino) prevede la costruzione di un impianto a fune per collegare, in due tronchi, Brignole con Molassana con 15 stazioni intermedie il cui tracciato si snoda dalla stazione Brignole a Molassana, transitando al di sopra dell’alveo del torrente Bisagno e sfruttando come punti di appoggio per le stazioni i ponti e le piastre di copertura esistenti.
Gli obiettivi sono i seguenti:
- realizzare un sistema leggero a basso impatto ambientale;
- offrire una portata oraria necessaria a soddisfare l’attuale domanda di trasporto giornaliera pari a 40.000 passeggeri per direzione;
- eliminare gradualmente il 55- 60% degli autobus in servizio lungo la vallata pur conservando le linee su gomma per il collegamento dei quartieri alle alture di Quezzi, S. Eusebio, via Montaldo ed il collegamento verso Prato-Struppa;
- contribuire a decongestionare la circolazione stradale di fondo valle;
- garantire ai viaggiatori un servizio confortevole, regolare e puntuale e non soggetto a interferenze da parte del traffico stradale.
In Val Bisagno risiedono oltre 135.000 persone, circa 60.000 delle quali si muovono giornalmente in entrata e uscita su entrambe le sponde del torrente; di queste, circa 40.000 usano il bus, mentre le restanti 20.000 si spostano con il mezzo privato. La maggior parte delle linee automobilistiche percorre la bassa – media valle compresa tra Brignole e Staglieno e Molassana, territorio che soffre particolarmente di congestionamento del traffico a causa del notevole insediamento abitativo. Anche i quartieri in collina di Quezzi, via Montaldo-Burlando e, più a nord, S. Eusebio gravitano sull’intera area, serviti da linee meno capaci, ma importanti per l’interscambio con il fondovalle.
Le 15 fermate, vere stazioni di imbarco e sbarco passeggeri, sono facilmente raggiungibili dagli utenti da entrambe le sponde del torrente attraverso i ponti e le passerelle pedonali esistenti, con una uniforme distribuzione del servizio sull’intera linea.
Il nuovo impianto, studiato per portare in media 3.600 persone all’ora per direzione, è di facile utilizzo anche per il trasporto di disabili, oggetti e animali domestici. La velocità di esercizio è stimabile in 5 metri al secondo (18 km all’ora). Il tempo di percorrenza previsto per il primo tronco, Brignole – Staglieno, è di 10 minuti circa e, per il secondo tronco, Staglieno – Molassana, di 15 minuti. A differenza degli impianti turistici l’impianto a fune cittadino, per consentire a tutti di salire e scendere con facilità da parte di tutti, prevede l’arresto completo delle cabine. In particolare per la Val Bisagno si è pensato a un impianto a doppia fune per garantire la massima stabilità al vento durante il tragitto, con veicoli da 20/25 passeggeri in transito ogni 20/25 secondi. I veicoli potranno essere inseriti automaticamente in linea in numero proporzionale all’afflusso di passeggeri nelle stazioni.
La proposta è conforme agli studi di Bacino del Torrente e il disegno si lega all’esigenza di ricostruire o ristrutturare molte delle vecchie infrastrutture che attualmente attraversano il torrente, aspetto che riguarda particolarmente da vicino argini e ponti veicolari. Il tracciato, che lambisce gli argini in alcuni punti, riduce al massimo i sostegni di linea. Le distanze fra le campate risultano quindi molto variabili a causa della necessità di collocare i sostegni in posizioni non invasive rispetto al corso d’acqua sottostante.
La linea del nuovo impianto è formata da due tronchi con 7 stazioni per il tratto da Brignole a Staglieno e 8 da Staglieno a Molassana, con punti di fermata sui principali nodi della valle, fra cui Marassi, Staglieno, Sciorba e Molassana, tenendo conto delle esigenze di transito, residenza, lavoro, e tempo libero degli abitanti.
La suddivisione in due tronchi è dettata dall’opportunità di contenere il dimensionamento delle motrici e dalle differenti caratteristiche del traffico lungo le due tratte per modulare diversamente l’offerta di passeggeri da trasportare. I due tronchi sono progettati per avere la continuità nel sistema di trasporto, senza rendere necessaria la discesa dei passeggeri nella stazione di Staglieno.
L’impianto viaggia a un’altezza media di 18 m con innalzamento della fune fino a 30 m nei punti più alti. Le stazioni presenteranno un moderno design costituito da scocche aerodinamiche che rivestiranno le strutture portanti in acciaio. Le stazioni saranno poste a un’altezza media di 7 metri rispetto al piano stradale. L’accesso attraverso le passerelle pedonali sarà possibile dalle due sponde opposte con una pendenza massima dell’8% fino al punto in cui saranno installati scale e ascensori. I sostegni saranno generalmente alti tra 25 e 35 metri, fornendo così all’impianto un notevole panoramicità, avranno un design innovativo e slanciato con appoggi divaricati e potranno essere situati con la base sia parallela sia perpendicolare al torrente in relazione al tipo di appoggio (ponte, passerella, argine o piastra).
In attuazione a quanto riportato nel Piano di Bacino, il Comune di Genova, in accordo con l’Autorità di Bacino Regionale, ha promosso una serie di interventi, alcuni già in fase di esecuzione (rifacimento della copertura terminale), altri in procinto di essere iniziati (scolmatore del rio Fereggiano), per mitigare il rischio idraulico e realizzare opere propedeutiche alla realizzazione dello scolmatore del torrente Bisagno, indicata come soluzione ottimale per la risoluzione delle criticità idrauliche. In tale contesto la realizzazione di un impianto a fune aereo rappresenta la soluzione a minor impatto possibile sul regime idraulico del torrente.
Le stazioni dell’impianto potranno essere dotate di coperture con pannelli fotovoltaici per una superficie complessiva di circa 4.000 metri quadrati, fornendo quindi un contributo annuale di circa 800.000 kWh.
Il costo, definibile solo al termine della progettazione definitiva dell’impianto, si potrà aggirare intorno ai 90 milioni di Euro, esclusi i costi di ristrutturazione civile connessi con l’alveo del torrente e le opere di regimazione delle acque ancora necessarie e imposte dall’autorità di sorveglianza per la messa in sicurezza del Bisagno.
I costi di esercizio prevedono: personale addetto, manutenzione e ricambi, gestione ordinaria, amministrativa, assicurativa, compresi i costi per il direttore di esercizio, e si potranno aggirare intorno a 2 milioni di euro all’anno.
I costi di energia elettrica stimati si aggirano intorno al milione di euro all’anno, ma saranno riducibili dal previsto impianto fotovoltaico.
A cura nostro corrispondente Ing. Riccardo Genova – CIRT – Centro di Ricerca Trasporti UNIGE
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