Un nuovo bacino al Passo Pordoi

La società di impianti a fune di Arabba “Pordoi s.p.a.” sta realizzando al Passo Pordoi, ai piedi del Gruppo del Sella, un bacino artificiale da 40 mile metri cubi. L’invaso permetterà di potenziare le riserve d’acqua disponibili a servizio dell’impianto di innevamento.

“Un intervento atteso e necessario che ci consentirà di innevare tutte le nostre piste già a S.Ambrogio – spiega il direttore della società Gianpaolo Soratroi. Si tratta dell’investimento più consistente quest’anno nel comprensorio sciistico di Arabba, dopo che è stata spostata al 2021, causa Covid, la costruzione della nuova seggiovia a 8 posti “Le Pale”.

L’idea di costruire un bacino artificiale nacque in seno alla “Pordoi spa” già oltre vent’anni fa, nel 1999. Le tre vasche interrate con una capacità totale di 15 mila metri cubi, costruite nel frattempo, non bastavano più ad alimentare a sufficienza la sempre più potente ed estesa rete di cannoni realizzata fin dagli inizi degli anni ’90 e garantire così l’innevamento di tutte le piste in caso di mancanza di neve naturale.

Il primo progetto, bocciato dalle autorità competenti perché ritenuto non adatto, aveva indicato la zona di Col de Fourcia come luogo dove realizzare l’invaso. Così i tecnici ne hanno individuato un altro sempre nella stessa zona ma in località Zoel, a 2.190 metri, poco distante dal ossario germanico, sotto alle pareti del Gruppo del Sella. Il progetto esecutivo è stato presentato nel 2012 e ci sono voluti ben 6 anni per arrivare alla sua approvazione. Anche se le autorizzazioni erano in mano alla “Pordoi spa già nel 2018, si è atteso il 2020 per dare il via ai lavori.

L’invaso, come detto, ha una capacità totale di 40 mila metri cubi ed una superficie di 6.390 metri quadrati. Il punto più profondo, al centro, sarà di 10 metri al pelo dell’acqua. Il progetto è stato redatto dallo studio di ingegneria “Monplan” di Fiera di Primiero mentre i lavori di scavo sono stati affidati alla ditta “Misconell” di Cavalese. L’area dove sorgerà il lago è caratterizzata da un lieve degradamento dei prati, che sarà ampliato con importanti opere di scavo. Ad ulteriore garanzia e sicurezza dell’opera per il contenimento della massa d’acqua, le autorità competenti hanno prescritto che sia realizzato anche un muro di cemento. Il lago sarà riempito totalmente in modo artificiale con l’ausilio di grosse pompe che pescheranno l’acqua da pozzi e derivazioni d’acqua già in concessione alla società.

“La Pordoi spa ha in concessione ben 360 mila metri quadrati di piste, che vanno da Col de Cuch, al confine con il comune di Canazei e la Provincia di Trento, fino a Pont de Vauz, sopra Arabba. Oltre ad un tratto della pista “Alpenrose” che arriva da Portavescovo – spiega il direttore della società Gianpaolo Soratroi. “Abbiamo calcolato che per poterle innevare tutte, servono circa 80 mila metri cubi di acqua. Così con le vasche ed il nuovo lago riusciamo a coprire oltre il 50% del fabbisogno. Finora infatti, con le riserve a disposizione, dovevamo dare la priorità a quelle che servono per il collegamento della Sellaronda.
Grande attenzione ad ambiente e sicurezza.

La progettazione, insieme alle prescrizioni delle autorità competenti, hanno riservato un’ occhio di riguardo all’aspetto ed al impatto ambientale dell’opera. La zona sotto il Gruppo del Sella si trova infatti in un contesto di particolare bellezza dal punto di vista paesaggistico. E quindi molto delicato. “Ma quando tutto sarà finito e nuovamente inerbato – assicura Soratroi – il lago non sarà praticamente invisibile dalla strada del Passo Pordoi.  Grande anche l’attenzione dei tecnici, in particolare dei geologi, in questa prima fase di scavo, quando c’è il maggior movimento di terra. Già durante la progettazione sono stati realizzati un numero rilevante di sondaggi e carotaggi per rilevare la natura del terreno sottostante. “Ma anche in questo momento i geologi sono ogni giorno in cantiere per controllare e valutare che tutto corrisponda alle previsioni di progetto e garantire così la massima sicurezza. I lavori, che avranno un costo di circa 2 milioni di euro, dovranno essere pronti per l’autunno. Giusto in tempo per riempire il lago e poi svuotarlo nel caso non arrivi in tempo la neve dal cielo.

La curiosità: anche un archeologo in cantiere per rilevare vestigia del passato.

Tra le tante e diverse figure tecniche al lavoro nel grande cantiere per la costruzione del nuovo bacino artificiale ce n’e una molto particolare: quella di un archeologo. Una presenza imposta dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici, che interviene in questo senso quando si va ad operare in zone di particolare interesse storico. Spetta al committente dell’opera individuare il tecnico, il cui curriculum viene valutato dalla Sovrintendenza. La presenza del tecnico è limitata alle prime fasi di scavo ed il suo compito è quello di rilevare l’eventuale rinvenimento di vestigia del passato, come ad esempio suppellettili appartenute ad antiche popolazioni ed informare immediatamente la Sovrintendenza. “Un lavoro non facile in mezzo a quegli scavatori – commenta Soratroi. “Ma tutti i conduttori hanno molta pazienza o lo aiutano volentieri mentre con badile e pennello si aggira tra i grandi mucchi di terra.”

Lorenzo Soratroi per Funivie.org


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